Quintano nei secoli

Le origini

Se non strettamente legato all'antico borgo di Bordenacium, Quintano potrebbe avere origini longobarde: a sostegno di ciò vi sarebbe la dedicazione della chiesa parrocchiale ai santi Pietro e Paolo, un'usanza tipica di questo popolo,

Il primo documento scritto che ne attesta la sua esistenza, tuttavia, è del 1192: si tratta di una bolla con la quale l'imperatore Enrico VI riconosceva la giurisdizione di Cremona sul territorio di Crema.

Nel 1361 in una convenzione stipulata tra potestà di Crema i consoli dei comuni delle porte per la manutenzione delle vie, dei ponti e delle strade del territorio, Quintano è citato tra le ville del contado appartenenti alla porta di Pianengo.

Dal 1449 al 1797: il dominio veneto

Nel 1449 l 'esercito di Venezia assediava Crema, la quale, dopo la capitolazione, diveniva capoluogo di una delle 13 province di terraferma alle quali apparteneva anche Quintano, Iniziava così il secolare dominio di Venezia destinato a durare fino a 1797 salvo il breve periodo di occupazione francese tra il 1509 ed il 1512.

Nel 1536 il console di Quintano è elencato tra i comuni della già citata porta Pianengo.

Risale al 1580 il passaggio di Quintano dalla diocesi di Piacenza, che fino ad allora provvedeva all'investitura diretta dei rettori della locale chiesa, alla neonata diocesi di Crema. Proprio in questo periodo veniva riedificata la chiesa parrocchiale.

Nel 1608 veniva ricostruita la chiesa di Sant'Ippolito, su indicazione del vescovo di Crema Monsignor Diedo.

Nell'estimo di Crema il territorio del 1685 Quintano era tra i comuni del territorio appartenenti alla Porta Nuova.

Dal 1797 al 1815: sotto il dominio francese

Secondo la compartimentazione della Repubblica Cisalpina pubblicata con la legge emanata in data 13 maggio 1801 Quintano era uno degli 81 comuni del distretto II di Crema del dipartimento dell’Alto Po.

Con decreto datato 8 giugno 1805 il comune di Quintano, in applicazione della legge del 24 luglio 1802 e in virtù dei 297 abitanti, fu classificato come comune di III classe ed era uno dei comuni del cantone I di Crema del distretto II di Crema del dipartimento dell’Alto Po.

In base al compartimento entrato in vigore dal 1 gennaio 1810, pubblicato in seguito alle concentrazioni dei comuni avvenute in attuazione del decreto 14 luglio 1807, il comune di Quintano fu concentrato nel comune denominativo di Pieranica.

Quintano nel regno Lombardo-Veneto

Con l'attivazione dei comuni in base alla compartimentazione territoriale del regno lombardo-veneto, Quintano era un comune del distretto IX di Crema della provincia di Lodi e Crema, secondo una notificazione redatta nel 1816.

In forza del successivo compartimento territoriale delle province lombarde, Quintano, comune con convocato, apparteneva nel 1844 al distretto IX di Crema della provincia di Lodi.

Nel 1853 Quintano, comune con convocato e una popolazione di 322 abitanti, era incluso nel distretto V di Crema della provincia di Lodi e Crema.

Quintano dall'Unità d'Italia a oggi

In seguito all’unione temporanea delle province lombarde al regno di Sardegna, in base al compartimento territoriale stabilito con la legge 23 ottobre 1859, il comune di Quintano con 278 abitanti, retto da un consiglio di quindici membri e da una giunta di due membri, veniva incluso nel mandamento II di Crema, circondario II di Crema, provincia di Cremona.

Alla costituzione nel 1861 del Regno d’Italia il comune aveva una popolazione residente di 303 abitanti secondo il primo censimento, quello del 1861. In base alla legge sull’ordinamento comunale del 1865 il comune veniva amministrato da un sindaco, da una giunta e da un consiglio.

Nel 1867 il comune risultava incluso nello stesso mandamento, circondario e provincia (Circoscrizione amministrativa 1867).

A cavallo del cambio del secolo venivano realizzate due nuove strade: la prima nel 1880 e si trattava di un collegamento diretto con Casaletto Vaprio, anche con lo scopo, secondo le intenzioni del sindaco Barbieri, di fornire lavoro in un periodo di carestia. La seconda strada per Torlino veniva realizzata nel 1904.

Nel primo dopoguerra per far fronte alla crisi economica che ne era derivata veniva fondata una società agricola che fu particolarmente attiva fino al 1931.

Nel 1924 il comune risultava incluso nel circondario di Crema della provincia di Cremona. In seguito alla riforma dell’ordinamento comunale disposta nel 1926 il comune veniva amministrato da un podestà.

Un Regio Decreto del 1931 stabiliva la soppressione del Comune di Quintano per accorparlo a quello di Pieranica: tale situazione perdurò fino al 1947 quando fu ristabilita l'autonomia.

Gli anni Cinquanta e Sessanta vedevano Quintano dotarsi di miglioramenti infrastrutturali: l'arrivo del telefono pubblico (1950), l'illuminazione stradale (1953), le scuole elementari e l'asilo infantile (1958, progetti degli architetti Cabrini ed Ermentini), il nuovo edificio municipale (inaugurato nel 1968).

A cavallo del millenio il borgo di Quintano si è sviluppato con notevole aumento della popolazione, passando dai 557 abitanti (censimento 1991) ai 910 (censimento 2011).

Fonti

  • Angelo Zavaglio, Terre nostre, ristampa, Arti grafiche cremasche, Crema, 1980
  • Don Costante Letterini, Quintano, tipografia Locatelli, Crema, 1990
  • Caterina Antonioni, Comune di Quintano 1859-1931, LombardiaBeniCulturali, 2002
  • Valeria Leoni, Comune di Quintano sec. XIV - 1797, LombardiaBeniCulturali, 2003
  • Valeria Leoni, Comune di Quintano 1816-1859, LombardiaBeniCulturali, 2003
  • Valeria Leoni, Comune di Quintano 1798-1809, LombardiaBeniCulturali, 2004
 Ultimo aggiornamento: 11/05/2019
Ritratto di Enrico VI, imperatore del Sacro Romano Impero (1191-1197)
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I villaggi a nord di Crema nella riproduzione in ceramica della più antica carta del Cremasco, risalente al XV secolo: l'originale è conservato presso il Museo Correr a Venezia
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Estratto dalla carta "Territorio Cremasco All'Illmo. mio Sr. et ProneColma.Il. Sig. Fuluio Gambaloita", a cura di Fabio di Gio. Ant. Magini, 1620-1650 circa
Estratto da "Il Cremasco" di Antonio Zetta, anno 1782
Estratto da "Il Cremasco" di Antonio Zetta, anno 1782


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